Domenica allo stadio partita speciale di Walking Football
Tra il primo e secondo tempo di Us Livorno 1915-Flaminia scenderanno in campo due squadre composte esclusivamente da persone con la malattia di Parkinson. "Lo sport è per tutti e può essere una risorsa preziosa". La partita permetterà di raccogliere fondi
Domenica 13 aprile lo stadio Armando Picchi di Livorno ospiterà, tra il primo e secondo tempo del match Us Livorno 1915-Flaminia, un evento speciale all’insegna dello sport, dell’inclusione e della solidarietà: una partita di Walking Football in cui scenderanno in campo due squadre composte esclusivamente da persone con la malattia di Parkinson. L’iniziativa, a scopo benefico, è possibile grazie al fondamentale sostegno dell’US Livorno Calcio 1915, che mette a disposizione il proprio impianto per promuovere un messaggio importante: lo sport è per tutti e può essere una risorsa preziosa anche per chi affronta il Parkinson. L’evento è stato presentato a Palazzo Comunale alla presenza dell’assessore al Sociale Andrea Raspanti, di Francesco Boni responsabile del Progetto Salute Parkinson, di Roberto Cirfera chinesiologo e allenatore della squadra, di Maurizio Laudicino responsabile marketing dell’US Livorno Calcio e di Massimo Galleni responsabile del progetto Livorno Cares. “La partita di domenica è una bella iniziativa dedicata alla sensibilizzazione della malattia del Parkinson” ha affermato l’assessore Raspanti. “Lavorare su ambienti flessibili e accoglienti per arrivare a ridurre l’impatto della malattia sulle persone, è questo l’obiettivo dei malati di Parkinson. La malattia nell’immaginario collettivo è molto nota, ma effettivamente poco si sa di come si può manifestare nella vita di tutti i giorni. E’ importante riuscire ad abbattere lo stigma e puntare i riflettori su questa malattia cercando di individuarla nella fase iniziale per poi passare subito alla terapia”.
Walking Football o calcio camminato: il calcio che fa bene al corpo e alla mente
E’ una variante del calcio tradizionale pensata per permettere a chi ha difficoltà motorie di continuare a praticare sport in sicurezza. La regola principale è che i giocatori non potranno correre, ma dovranno spostarsi camminando, rendendo il gioco più controllato e accessibile. Per le persone con Parkinson, questa disciplina rappresenta molto più di un semplice sport:
migliora la coordinazione e l’equilibrio, riducendo il rischio di cadute;
stimola la mobilità e la tonicità muscolare, rallentando la progressione dei sintomi;
favorisce il benessere psicologico, offrendo un momento di aggregazione e divertimento.
Gli obiettivi della manifestazione
L’evento avrà lo scopo di:
– Sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’attività fisica nella gestione del Parkinson.
– Dimostrare che la malattia non è un limite assoluto, ma può essere affrontata con determinazione e spirito di squadra.
– Raccogliere fondi per progetti di ricerca e attività sportive dedicate alle persone con Parkinson, garantendo loro sempre più opportunità per restare attivi.
Il futuro del Walking Football per il Parkinson
L’incontro del 13 aprile sarà solo il primo passo di un progetto più ampio. L’obiettivo è quello di creare una squadra stabile a Livorno e promuovere incontri con altre realtà italiane ed europee, fino ad arrivare alla nascita di un vero e proprio circuito sportivo strutturato. Questa partita sarà la dimostrazione che il Parkinson non è sinonimo di resa, ma di sfida. Con il giusto supporto e la giusta visione, lo sport potrà diventare un alleato fondamentale per migliorare la qualità della vita. “La partita di domenica è una bella iniziativa dedicata alla sensibilizzazione della malattia del Parkinson” ha affermato l’assessore Raspanti. “Lavorare su ambienti flessibili e accoglienti per arrivare a ridurre l’impatto della malattia sulle persone, è questo l’obiettivo dei malati di Parkinson. La malattia nell’immaginario collettivo è molto nota, ma effettivamente poco si sa di come si può manifestare nella vita di tutti i giorni. E’ importante riuscire ad abbattere lo stigma e puntare i riflettori su questa malattia cercando di individuarla nella fase iniziale per poi passare subito alla terapia”.
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