Libertas, riunione fiume post Torino
Nel pomeriggio di lunedì 24 si è tenuta una riunione fiume del Cda amaranto dove tutti gli elementi sono stati messi sul tavolo. Bocche fino ad ora cucite. Da via Pera si valuta tutto e tutti. Ora però serve una scossa. Che arrivi dal campo, che arrivi dalla panchina, che arrivi dal mercato o dalla dirigenza. Qualcosa deve cambiare. Quali le soluzioni auspicabili? La cosa forse più logica verrebbe da pensarla da un punto di vista tecnico. Un cambio sul parquet o in panchina per provare a risalire la china? C'è chi dice addirittura uno scossone in società. Ma per il momento nessuna conferma
La sconfitta di Torino ha lasciato un segno sulla pelle. Inutile nascondersi dietro un “lavoriamo a testa bassa”. Un segno di arrendevolezza che non è piaciuto agli occhi di chi ha guardato la sfida. Andreazza nel post gara ha subito parlato di “stanchezza nostra fisica e mentale. Noi mentalmente – ha detto ai microfoni in sala stampa – siamo in una situazione di sfiducia. Non ho visto le facce giuste“. Situazione di sfiducia. Parole che hanno un peso. E gli occhi di chi ha visto questo spettacolo non sono solo dei tifosi ma sono anche di chi ha il compito di portare avanti la società nella sala dei bottoni. Per questo nel pomeriggio di lunedì 24 si è tenuta una riunione fiume del Cda amaranto dove tutti gli elementi sono stati messi sul tavolo. Tutto e tutti. Una valutazione a 360°, fanno sapere da via Pera, nessuno escluso. Anche se le bocche sono più che mai che cucite e sottolineano che, al momento, nessuna decisione è stata presa. Tutti sotto la lente di ingrandimento in un momento assai delicato della recente storia della doppia L. Tutti verso un solo obiettivo: non disperdere il patrimonio conquistato nel catino infernale del PalaMaggetti di Roseto quella notte di giugno dove cuore e sudore si mischiarono, dove la storia si tinse di nuovo di amaranto. Tutti verso un obiettivo: la salvezza. Che deve arrivare. Non ci sono scuse. Perché retrocedere non sarebbe certo la fine, ma sarebbe sicuramente una ferita difficile da curare a breve giro di posta. E quindi salvarsi. Obiettivo ben noto e ben difficile sin dall’inizio della prima palla a due di questa stagione. Per carità.
Ora però serve una scossa. Che arrivi dal campo, che arrivi dalla panchina, che arrivi dal mercato o dalla dirigenza. Qualcosa deve cambiare. Quali le soluzioni auspicabili? La cosa forse più logica verrebbe da pensarla da un punto di vista tecnico. Un cambio sul parquet per provare a risalire la china. Cosa serve? Forse un 4. Ma dove trovarlo? Scelta dolorosa tagliare Hooker per provare a prenderne due al prezzo di uno? Prendiamo un play italiano e un 4 americano con i soldi di Hooker. Oppure sacrifichiamo un nostro giovane come Allinei che fino ad oggi ha dimostrato molta più fatica del previsto per adeguarsi a questo campionato, e cerchiamo una presenza di esperienza? Questo però, dar via giovani promesse, minerebbe un po’ la costruzione di una base solida per il futuro. Allora sacrificare Italiano oppure tenerlo ma lasciarlo ai margini del progetto? Certo che la LL ora non ha certo un grande appeal ed è anche difficile quindi attrarre, a questo punto della stagione, un giocatore importante se non ricoprendolo di denaro. La società ha sempre detto che il problema non sono i soldi. Ma… al momento… niente si è visto.
Stessa situazione per il coach. Anche lui sulla graticola dopo un filotto di sconfitte così importante. Visto da fuori sembra aver perso un po’ di polso sulla squadra. E allora chi chiamare? Mettere al suo posto il secondo, Cece Riva, per un periodo di traghettamento o fino alla fine? Luca Colò prima della sconfitta contro Torino ha detto alla nostra testata che c’era piena fiducia in Andreazza e nello staff tecnico. Ma dopo Torino forse qualcosa va rivisto. Necessariamente.
Tre le voci girate nel tardo pomeriggio di ieri anche quelle di possibili dimissioni del presidente Consigli. E così tanto tuonò che piovve e nel primo pomeriggio sono arrivate anche quelle con una lettera dell’ormai ex presidente che ha spiegato i motivi del suo addio. Una soluzione-non-soluzione a nostro avviso. Anche perché il capitolare della presidenza in un momento come questo, a questo punto della stagione, potrebbe essere solo e soltanto un male e non certo una svolta in vista dei risultati. A nostro modesto parere.
Domani si torna in campo. Altra trasferta dal bollino rosso. Si va a Cantù. Stile Tom Cruise in Mission Impossibile. Ma chissà. Il colpaccio sarebbe una medicina per l’autostima come cantano i Coma Cose in Cuoricini. E allora c’è solo da sperare, prendere fiato e non prendere decisioni avventate. Domenica al PalaMacchia arriva Avellino. Vediamo a che punto sarà la LL alle 22 di domenica 2 marzo.
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